Lectio Divina di lunedì 2 dicembre 2019

Dal vangelo secondo Luca (1, 26-38)

26In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

È un testo che può essere letto in diversi modi.

Si può considerare Maria come punto di arrivo della storia, Maria come principio della Chiesa, oppure Maria come modello dei credenti.

Vediamo invece Maria dal punto di vista di Dio.

È molto bello quello che stiamo leggendo.

Dante dice: questa donna è “termine fisso di eterno consiglio”. Cioè, da sempre Dio, prima di creare il mondo, pensava a questa donna: “Termine fisso di eterno consiglio”.

Il motivo dell’espressione di Dante è molto semplice e straordinario insieme, perché in questa donna si compie tutto il disegno di Dio sul mondo, prima ancora di creare il mondo, Dio pensava a questa donna.

E Maria, tramite il suo “sì” entra in comunione con Dio, e Dio gioisce per il “sì” di Maria.

Grande, lo possiamo immaginare, è la gioia di Dio perché da sempre, essendo amore, cerca qualcuno che lo ami, finalmente questa donna gli dice “si”.

Per questo Maria è il modello dell’umanità nuova.

Nel nostro brano ci sono due coordinate precise: il tempo e il luogo. Il testo liturgico inizia così: “In quel tempo l’angelo Gabriele fu mandato”… il testo biblico invece ha questo riferimento di tempo: “Al sesto mese, l’angelo Gabriele”. Il sesto mese si riferisce al nascituro Giovanni Battista, è importante questo particolare, non da poco. Dio sempre agisce in un determinato tempo, ora, oggi. La salvezza di Dio non è mai qualcosa di generico e di indeterminato. Dio mi ha dato la vita, ci ha dato la vita e la salvezza in questo tempo.

La seconda coordinata e il luogo, per Maria, è Nazaret, Nazaret è il luogo della vita quotidiana, l’angelo Gabriele non è apparso nel tempio di Gerusalemme, ma a Nazaret, è lì, in questo luogo sconosciuto che Dio si fa carne, che la Parola si fa carne.

Dio interviene con l’angelo Gabriele (potenza di Dio). Dio agisce sempre mediante la Parola (Dabar). Dio con la sua Parola si propone totalmente a noi, per essere da noi accolto.

Cosa dice Gabriele? “gioisci” (rallegrati) ”piena di grazia” (graziata) ”il Signore è con te”.

Cosa vuole Dio da noi? Vuole una sola cosa: “Gioisci”, questo è il comando di Dio, Qual’è la volontà di Dio? Che tu sia contento!

Ti ha creato per questo. Tu sei la sua gioia. Che meraviglia! Noi siamo la gioia di Dio, quel Dio che ci ha pensati dall’eternità.

Quindi il primo comando è: “rallegrati”, “gioisci “.

La seconda parola è “piena di grazia”. Invece di dire il nome di Maria, l’angelo le dice il suo vero nome, perché il vero nome di Maria è la grazia, è l’amore, è la gioia che Dio ha per lei.

Quello è il suo vero nome.

Cosa mi rivela tutta la Bibbia? Il mio nome, e il mio nome è l’amore che Dio ha per me, questa è la mia identità. È bello che il nome del Signore “sia con me” quindi il nome del Signore è un complemento di compagnia: chi è il Signore? È “con me”; con chi? “Con te”.

Con te”, credo che sia il più bel nome di Dio: “Emmanuele”, il Dio con noi.

Dio è colui che è “con me”, non a caso, le ultime parole di Gesù sulla croce, quelle che dirà al malfattore, saranno: “oggi, sarai con me in paradiso”.