Lectio divina di lunedì 26 novembre 2018

Da lunedì 26 novembre riprende la Lectio Divina, che ci accopagnerà per tutto il periodo d’Avvento. Appuntamento tutti i lunedì, ore 21, nella cappellina feriale.

Dal vangelo secondo Luca (21, 25-28 2, 34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina»

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Il brano che la liturgia della 1a Domenica di Avvento ci presenta, ha in sé un genere letterario particolare che descrivere la fine del tempo e delle cose. Si chiama genere “apocalittico”, lo troviamo in particolare nell’A.T ed è noto anche nel N.T.

Vuole descrivere la fine del tempo e della storia dell’uomo.

È un genere letterario che indubbiamente incute un senso di smarrimento, forse anche di paura, ma letto in chiave cristiana, ci rendiamo consapevoli che con noi, e nella nostra storia, c’è una presenza amica: c’è Lui, il Signore Gesù.

v. 25 “Vi saranno segni nel sole, nella luna, e nelle stelle” Come interpretare questi segni?

Il sole è l’orologio cosmico, determina l’alternanza del giorno e della notte, luce e tenebre, è lo scandire del tempo.

La luna poi segna i mesi. In greco, luna = men, da qui la parola mese.

Infine, le stelle che cadono, cioè si rompe la macchina del tempo. Possiamo dunque affermare che il tempo che noi conosciamo, tempo ciclico, è destinato a finire, ma non sarà la fine di tutto, l’Apocalisse ci ricorda, presentando le parole di Gesù: “Ecco io faccio nuove tutte le cose, Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine” e ancora: “terra nuova e cieli nuovi”.

v. 26 “Mentre gli uomini moriranno per la paura”.

v. 27 “Allora vedranno il Figlio dell’uomo”.

Proviamo a fare un accostamento: ricordate il primo uomo, Adamo, è un uomo sicuro di sé, Dio gli ha dato tutto… con l’esclusione di mangiare di quell’albero… e Adamo, invece, dimentico di essere creatura e amico di Dio, cerca di fare a meno del suo creatore, è un uomo inebriato della vita e delle sue capacità… cerca di fare una strada da solo… ed è l’inizio della sua fine, il mondo gli crolla addosso. Adamo incomincia ad avere paura e si nasconde da Dio suo creatore e Padre: “Ho avuto paura e mi sono nascosto…” Analizziamo ora questo fatto primordiale che riguarda Adamo e confrontiamolo con l’Adamo di oggi, con ognuno di noi.

A grandi linee, l’uomo del nostro tempo non accetta nessun limite, altrimenti si sente privato della sua libertà sia sotto l’aspetto morale, e talvolta anche fisico, i giovani spesso dicono: “io devo provare”.

L’uomo si sente autonomo cioè sganciato e da Dio, visto come Padre e dagli altri visti come fratelli. L’uomo di oggi è ricurvo in sé stesso, non ha più relazioni. Se poi l’uomo non riesce a superare i limiti della condizione umana, si sente vinto, si sente depresso, demotivato, nasce in questo contesto il senso dello smarrimento e il senso della paura.

Nel Vangelo questo quadro ha tutto un significato nuovo. Non è la fine di tutto, non è un giudizio, è un’altra cosa assai più bella: la fine del tempo e della storia, della mia storia, è il grande incontro con lo Sposo, con Gesù Cristo. Nell’Apocalisse nei cap 21 e 22 si parla di nozze tra Dio e l’Umanità, e in questo contesto troviamo l’invocazione “Vieni” detto dalla Chiesa, e Cristo risponde: “Sì, Vengo presto”.

Il futuro è l’incontro con Dio, ma questo incontro avviene qui e ora, nella quotidianità, perché l’unico tempo che c’è, è l’istante presente, quindi ora.

L’invito di Luca: stare attenti a sé stessi e vegliare pregando, ossia sapere discernere il tempo, gli avvenimenti, le cose: le grandi coordinate della vita.

Perché ci sono? Cosa vuole Dio da me? E poi mettere in movimento il cuore: pregare in ogni momento, sentirci in compagnia del Signore, senza andarci a nascondere da Lui come Adamo.

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